IL GESTO E IL SEGNO di Guido Strazza / Recensione
IL GESTO E IL SEGNO di Guido Strazza, edito da Apeiron, è senza dubbio un manuale interessante, ma prima di approfondirne il contenuto vorrei spendere due righe per il suo autore. Guido Strazza (classe 1922) è un artista e incisore originario di Santa Fiora, un bel paesino in provincia di Grosseto che merita una visita. Oggi vive e lavora a Roma ed ha avuto una vita decisamente interessante. Come si dice “chi ben comincia è a metà dell’opera” e iniziare la carriera artistica entrando a far parte del circolo dei futuristi è sicuramente un ottimo punto di partenza. A cavallo fra gli anni ’40 e ’50 si trasferisce in Sud America, dove fra le altre cose partecipa alle Biennali di San Paolo. Di ritorno in Italia la sua opera continua a distinguersi a livello nazionale, ma ciò che a noi interessa di più è l’esperienza nell’insegnamento. Ha infatti insegnato incisione all’Accademia dell’Aquila, alla Wesleyan University e all’Accademia di Roma, che ha anche diretto. Negli anni settanta diventa direttore della Calcografia Nazionale e pubblica il manuale di cui parleremo a breve. Non sto nemmeno ad elencare tutti i premi e i riconoscimenti che ha ricevuto, mi limito a segnalare l’interessante collaborazione con Maria Lai per la realizzazione del Lavatoio Comunale di Ulassai. Insomma questo signore, che mentre sto scrivendo ha 98 anni, è una vera e propria istituzione della grafica d’arte italiana.
IL MANUALE
Partiamo dall’esterno! Ho acquistato il manuale on-line e sinceramente mi aspettavo un formato molto più piccolo, invece è arrivato un librone A4 di 170 pagine, stampato su una bella carta e ben curato. Un testo che ha una sua dignità ed eleganza sia fuori che dentro. Internamente è suddiviso in due parti: la prima dedicata al segno, la seconda alle tecniche.
PARTE PRIMA / ANALISI E ORGANIZZAZIONE DEI SEGNI
Negli anni ’70 Strazza partecipò insieme a altri incisori ad un gruppo di ricerca sull’analisi del segno all’interno dei laboratori della Calcografia Nazionale. Troviamo i risultati di questo grande lavoro nella prima parte del manuale che, a mio parere, è ciò che lo rende davvero unico nel suo genere. Il segno è analizzato in ogni suo aspetto senza dare niente per scontato. Di seguito alcuni dei punti fondamentali trattati:
• Nesso fra segno e gesto
• Unità ed aggregazioni di segni
• Costanti di riferimento: direttrici verticali e orizzontali e simmetria • Equilibrio statico, dinamico e squilibrio
• Qualità del segno
• Dimensioni e frequenza dei segni
• Interpretazione
• Segni e trame indotte
Chi ha letto Arte e Percezione visiva di Rudolf Arnheim ritroverà alcuni concetti familiari (in particolare quelli della psicologia della Gestalt) che in questa nuova veste più leggera e pragmatica diventano incredibilmente utili. I capitoli sono pensati come delle vere e proprie lezioni e sono accompagnati da tanti disegni ed esempi, pensato come un libro di testo assolve perfettamente alla sua funzione sconfinando spesso in una vera e propria filosofia del segno.
“È evidente che ogni tecnica porta con sé aperture e limitazioni. Sono queste ultime le più produttive, anzi il vero oggetto della scelta perché è sulle limitazioni, piuttosto che sulle ovvie possibilità di una tecnica, che si fonda la forza della immaginazione e si articolano le intenzioni. Il punto è di scegliere il mezzo consapevolmente o, che è lo stesso, di sapercisi adattare, non di subirlo, e perciò di non chiedergli risultati specifici di un altro mezzo. Per venire a noi, se si sceglie il bianco e nero (segni e trame) è perché si intuisce e si cerca qualcosa che il colore non può dare; qualcosa che, all’inverso, inutilmente si cercherebbe di imitare col colore di cui segni e tracce non sono in alcun modo surrogati, né hanno il nome.”
PARTE SECONDA / L’INCISIONE E LA STAMPA
La parte dedicata alle tecniche ha una bellissima introduzione che qui riporto.
“Non si fa incisione per imitare e riprodurre qualità di altre tecniche, ma per ottenerne di nuove ed esprimere particolari modi della creatività. La limitazione severa dei mezzi, unita alla necessità di misurarsi consapevolmente con la materia e con il tempo, sono alla base del suo carattere insieme analitico e sintetico. Anche se ammette la riproduzione di copie, l’incisione non è perciò, oggi, un mezzo di moltiplicazione di immagini, finalità ampiamente e con ben altra efficacia soddisfatta da altre tecniche, ma un mezzo espressivo originale, in larga misura basato sullo sdoppiamento oggettivo e temporale di una unica volontà creativa. L’incisione della matrice e la prova di stampa ne sono i momenti catalizzatori complementari, la riproduzione delle copie il ripetuto momento interpretativo.”
Con testi brevi e pratici Strazza offre le fondamenta della tecnica, si ha l’impressione di ascoltare le parole del maestro a bottega che omette (inconsciamente) quello che possono mostrare solo le mani al lavoro. In questa seconda parte del libro troviamo consigli utili e tanti disegni esplicativi, segnalo in particolare il capitolo dedicato alle vernici nel quale sono descritte le ricette per realizzarle in autonomia; ma forse il principiante completamente digiuno potrebbe sentire la mancanza di qualcosina, proprio quel “saper fare” da rubare con gli occhi osservando il maestro al lavoro.
Alcuni degli argomenti trattati sono:
- Materiali
- Preparazione delle lastre
INCISIONE DIRETTA
- Bulino
- Punta secca
- Attrezzi quali rotelle e punzoni
- Maniera nera
INCISIONE INDIRETTA
- Preparazione e applicazione delle vernici (con ricette)
- Acidi
- Acquaforte
- Acquatinta
- Incisione di segni di segni disegnati direttamente sulla lastra con pennello, penna o matita
- Inchiostrazione e stampa
- Ordinamento delle stampa
- Disposizione tipo dello studio
In conclusione un testo che nella biblioteca dell’incisore-stampatore non può mancare, fosse solo per l’incredibile ricerca sul segno e per il valore storico artistico dell’opera stessa.
Il libro si trova facilmente in vendita su tutti i principali store, vi lascio il link diretto allo shop on-line dell’editore Apeiron:
IL GESTO E IL SEGNO di Guido Strazza
Chi è DisGrafica?
Coordinatrice del progetto DisGrafica è Marinella Caslini. Classe 1986, Marinella è diplomata in pittura presso l’Istituto d’Arte Duccio di Buoninsegna di Siena e specializzata come stampatore e incisore presso la prestigiosa Scuola Internazionale per la Grafica d’Arte Il Bisonte di Firenze.
Numerose attività di formazione e professionali le hanno permesso d’incontrare maestri e tecniche da molte parti del mondo, sperimentando la strumentazione tradizionale e quella più all’avanguardia. Lungo un percorso di continua scoperta, di aggiornamento e invenzione, ha imparato come la più grande ricchezza sia costituita da una rete di creativi, professionisti e innovatori che sappiano contribuire con entusiasmo e passione a un progetto. La stessa rete che oggi è in grado di proporre per le creazioni di DisGrafica.
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