Arcano XVIII La Lune
L’Arcano XVIII La Lune è il simbolo per eccellenza del potere ricettivo femminile. La Luna è forse uno degli archetipi più antichi nella storia dell’uomo, da sempre guida del lato oscuro della natura. Il suo ciclo è indissolubilmente legato all’acqua e al ciclo fisiologico della donna; questo suo continuo mutare nella forma la rende manifestazione evidente della legge del cambiamento, “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” per citare Laurent Lavoisier, tant’è che in alchimia rappresenta il principio volatile, femminile e molteplice per la divisione del suo ciclo in fasi.
La simbologia dell’Arcano XVIII La Lune
L’Arcano XVIII La Lune ha una simbologia articolata e complessa, mi limiterò ad analizzarne solo alcuni aspetti.
Nei Tarocchi sia il Sole che la Luna ci mostrano sempre e solo una faccia, ma a differenza del Sole, che si pone frontale al consultante, la Luna svela un unico lato, a sottolineare che c’è un aspetto del processo di gestazione che resterà sempre avvolto nel mistero.
Strettamente associata alla notte ne riflette le caratteristiche: è materna, inconscia e ambivalente perché protegge, ma nasconde anche insidie misteriose, cela ogni cosa illuminandola con la sua luce riflessa solo per metà.
È evidente come la Luna assorba passivamente la luce solare restituendola tramite i suoi raggi simile a uno specchio, mentre gocce capovolte volano nell’aria attratte dalla sua forza magnetica a rappresentare la sua capacità ricettiva.
L’Arcano XVIII La Lune intende istruire il suo interlocutore sulla “via lunare” carica d’intuizione, immaginazione e magia, ma anche di inquietudini legate all’ignoto e di senso negativo e funebre.
In questo viaggio la Luna, da sempre dea dei naviganti farà da guida e le due torri sullo sfondo devono essere lette in questo contesto come due fari.
“[…] gli antichi Romani di famiglia nobile portavano ne i piedi certe Lunette, per essere con quelle spesso ammoniti della istabilità delle cose humane, accioche non insuperbissero, anchora che fossero di molti beni copiosi, et abondanti, perché le ricchezze, e le altre cose tanto stimate da’ mortali fanno apunto, come la Luna, la quale hora è tutta luminosa, e risplendente, hora assotiglia in modo il lume, che di se mostra più poco, et all’ultimo così diventa oscura, che più non vi pare essere”
Vincenzo Cartari, Le Imagini de i Dei de gli Antichi
Gli animali
“Nel simbolismo medievale come in ogni altro sistema di valori o corrispondenze, niente funziona fuori contesto. Un animale, un numero, un colore, acquistano tutto il loro significato solo in quanto associati od opposti ad uno o a parecchi altri animali, vegetali, numeri o colori.“
Quest’affermazione che Michel Pastoureau fa nel suo libro “Medioevo simbolico” è fondamentale per la comprensione di tutta l’iconologia dei Tarocchi e ancor di più nella lettura dell’Arcano XVIII La Lune che, come ho già anticipato, si mostra particolarmente complesso da questo punto di vista.
I due Cani
I due Cani (o secondo alcune interpretazioni il Lupo ed il Cane) sono di particolare importanza per la lettura de l’Arcano XVIII La Lune.
I due mostrano atteggiamenti differenti, sono entrambi guardiani di una torre, l’una diversa dall’altra, e nella versione a colori uno è azzurro e l’altro è color carne (come ben sanno gli appassionati anche il colore ha un significato simbolico importante nei Tarocchi).
L’animale a sinistra è azzurro, il colore della spiritualità, ha la coda volta verso il cielo e si protende verso la Luna mostrando un atteggiamento di apertura. La torre cui è posto a guardia ha la porta aperta, ricettiva come la Luna.
Quello a destra è color carne, a rappresentare la materia, ha la coda rivolta verso il basso ed è accucciato al terreno mentre è a guardia di una torre serrata. Quest’ultima ha davanti alla sua porta tre gradini eco dei tre scalini iniziatici dell’Arcano XVI La Maison Dieu.
“Si potrebbe dedurre che il corpo materiale, denso e concreto, è rivolto all’azione e viene chiamato a ricevere soltanto attraverso lo spirito, simboleggiato dall’animale azzurro”.
Alejandro Jodorowsky – Marianne Costa / La Via dei Tarocchi
La raffigurazione di due Cani, generalmente uno bianco e uno nero, è qualcosa che ricorre spesso nell’arte medievale e se ne trovano testimonianze in numerosi dipinti e affreschi. Si trattava di una rappresentazione iconografica del giorno e della notte, del tempo che scorre senza mai fermarsi, resa attraverso due animali.
Interpretando invece le due bestie come un Lupo e un Cane potremmo azzardare una lettura interessante che vede opposti il Lupo animale notturno, che preferisce sacrificare il pasto piuttosto che la libertà, al Cane animale diurno, asservito all’uomo in cambio di sicurezza e benessere.
Ma il Cane, nella sua veste di pastore e compagno dell’uomo, può assumere anche un significato più profondo cioè quello di accompagnatore del morto nel suo “viaggio notturno per il mare”, ed è così associato a simboli materni e di resurrezione che ci portano letteralmente ad immergerci nella lettura del prossimo protagonista di questo arcano: il Granchio.
Il Granchio
La metà inferiore della carta è dominata dal Granchio immerso in acque circoscritte da quella che sembrerebbe una fonte ottagonale.
Questo particolare merita un piccolo approfondimento perché l’ottagono rappresenta nella simbologia cristiana la Resurrezione. L’8 infatti simboleggia l’ottavo giorno quello della rinascita in Dio attraverso il sacramento del battesimo. Per questo motivo la forma ottagonale viene sovente utilizzata per le fonti battesimale e come pianta di edifici religiosi.
Il Granchio o Cancro divora il transitorio (l’elemento volatile alchemico citato in precedenza) e aiuta il consultante nel suo processo di rigenerazione morale e fisica. Muovendosi avanti ed indietro diviene il simbolo dell’incostanza che si rispecchia nella mutevolezza delle fasi lunari.
Una testimonianza interessante del legame fra questo animale e la Luna è citata in questo passo del De Natura animalium di Claudio Eliano:
Ecco un’altra peculiarità dei testacei e dei crostacei. Quando la luna è in fase calante, questi animali divengono più vuoti e leggeri […] E confermano quanto io sto dicendo, fra i testacei, le porpore, i buccini, gli spondili e altri esseri del genere; tra i crostacei invece, i paguri, i palinuri, le aragoste, i granchi e altri animali della stessa specie. […] Durante il novilunio gli animali, per quanto io sappia, o emettono i lori suoni naturali o persiscono; (IX 6).
Il termine “palinuro” ci permette di collegarci al Palinuro virgiliano, nocchiero di Enea che cade in mare di notte tradito dal dio Sonno, mentre conduce la flotta verso le coste italiane.
Iamque fere mediam caeli Nox umida metam contigerat,…
Ormai l’umida notte aveva doppiato la metà del cielo,…
La mezzanotte, il doppiaggio del capo (il promontorio di Palinuro), l’imbarcazione e la posizione di Palinuro, presso il timone ed il castello di poppa (destinati a sprofondare, come lui, nel mare), e soprattutto il suo sguardo all’indietro (palin-ouro) rivelano un’idea diffusa nel mondo antico. Tuttavia, questa idea prende corpo soltanto se, in un contesto (reale o immaginario) di un viaggio, vi si associa il divieto di voltarsi indietro per chi intraprenda un viaggio: Palinuro, sulla poppa con lo sguardo verso la terra da cui Enea è partito, in questo caso la Sicilia, non sarebbe stato un buon nocchiero dopo il doppiaggio del capo.
Una lunga serie di circostanze relative al termine palinuro (paliuro) confermano almeno l’ambito generale di un discorso che avviene a mezzanotte sopra una nave a forma di crostaceo.
La Chiocciola
Per raffigurare l’Arcano XVIII La Lune ho scelto la Chiocciola, o se preferite il Nautilo, che nel suo essere una creatura marina sottolinea ancor di più il legame tra Luna e maree. Entrambi con la loro forma a spirale richiamano i cicli lunari di rinascita ed evoluzione e proprio per questo li ritengo perfetti a rappresentare un archetipo così importante, antico ed essenziale come la Luna.
Anticamente in alcuni testi il Nautilo era descritto come imbarcazione (richiamiamo così l’idea del viaggio che aveva fatto capolino con il Cane ed il Palinuro) se ne trovano testimonianze in uno scritto di Claudio Eliano, De natura animalium, ma anche in Naturalis historia di Plinio il Vecchio di cui un estratto:
Tra le più straordinarie meraviglie vi è poi quello che è chiamato nautilo, o da altri pompilo. Giunge in posizione supina fino alla superficie del mare, sollevandosi a poco a poco in modo che, espulsa tutta l’acqua attraverso un’apertura, come sgravatosi dell’acqua di sentina, naviga agevolmente. Poi, volgendo all’indietro i primi due tentacoli estende tra di essi una membrana eccezionalmente sottile; e mentre quella fa da vela, all’aria, remando con tutti gli altri tentacoli [bracchiis], guida se stesso facendo uso della coda, che è posta in mezzo, come un timone. Così egli se ne va in alto mare, contento, a immagine delle liburne […]; se un qualche timore interviene, bevendo acqua si immerge.
Plinio, Naturalis historia, XI 88; trad. di Alberto Borghini; ed. Einaudi 1983
Devo fare ammenda perché mi sono concessa una piccola licenza che non piacerà agli esperti tarologi!
La Luna rappresentata nell’Arcano XVIII La Lune è una luna crescente, ma in fase di realizzazione mi sono accorta che la chiocciola (o il nautilo) in grigio scuro non avrebbe funzionato bene in rapporto alle altre tonalità di grigio, quindi per farla risaltare ho deciso di lasciarla bianca, ma in questo modo la luna è diventata una gibbosa calante! Se volete potete approfittare di quest’imprecisione e divertirvi con una lettura alternativa e scrivermela 🙂
In questa gallery puoi vedere le immagini della realizzazione de Arcano XVIII La Lune dal disegno alla stampa dell’acquaforte finita
“Mi chiedete di spiegarmi, ma sono talmente lontana dalle parole, dalla logica, dal pensiero discorsivo, dall’intelletto… Mi trovo in uno stato segreto e indicibile, sono il mistero dove ha inizio ogni conoscenza profonda, quando vi immergete nelle mie acque silenziose senza chiedere nulla, senza cercare di definire nulla, al di fuori di qualsiasi luce. Più entrate dentro di me, più vi attraggo. Non vi è nulla di chiaro in me. Sono senza fondo, sono tutta sfumature, mi estendo nel regno dell’Ombra. Sono un pantano dall’incommensurabile ricchezza, contengo tutti i totem, gli dèi preistorici, i tesori dei tempi passati e futuri. Sono la matrice. Al di là dell’Inconscio, io sono la creazione stessa. Sfuggo a qualsiasi definizione.
[…] Sono caduta dentro me stessa, sempre più giù. Mi perdevo scendendo verso nessun luogo finchè alla fine “IO” la Oscura, ho cessato di esistere. Allora, in questa vacuità, in questa assenza di contorni, finalmente ho potuto riflettere la totalità della Luce. […] Chi riceve la mia Luce sa quello che è, niente di più. E’ più che sufficiente. Per diventare ricezione totale, ho dovuto rifiutarmi di dare. Nella notte, qualunque forma rigida viene annichilita dalla mia luce, a cominciare dal cuore. Al mio chiarore, l’angelo è angelo, la belva è belva, il pazzo è pazzo, il santo è santo. Sono lo specchio universale. Chiunque può vedersi in me.”
Alejandro Jodorowsky – Marianne Costa / La Via dei Tarocchi
Bibliografia
La Via dei Tarocchi / Alejandro Jodorowsky – Marianne Costa / Universale Economica Feltrinelli
Il Libro dei Simboli – Riflessioni sulle immagini archetipiche / Taschen
Dizionario dei simboli / Juan Eduardo Cirlot / Adelphi
Medioevo simbolico / Michel Pastoureau / Editori Laterza
www.associazioneletarot.it
Un ringraziamento speciale a Raffaele Giannetti che mi ha aiutata fornendomi materiale per approfondire la simbologia del Nautilo e del Palinuro oltre ad interessantissimi spunti di lettura sulla simbologia medievale e non solo!
Non hai capito cosa sto combinando?
Vai all articolo Tarot / I tarocchi illustrati DisGrafica
Tutto il processo di realizzazione di quest’acquaforte è documentato sul mio canale YouTube con numerosi video che spiegano nel dettaglio le tecniche che ho usato. I video sono pensati per addetti ai lavori e non, quindi li puoi guardare anche se non conosci le tecniche calcografiche e ti piace scoprire come lavora un’incisora/stampatrice 😀
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Chi sono?
Coordinatrice del progetto DisGrafica è Marinella Caslini. Classe 1986, Marinella è diplomata in pittura presso l’Istituto d’Arte Duccio di Buoninsegna di Siena e specializzata come stampatore e incisore presso la prestigiosa Scuola Internazionale per la Grafica d’Arte Il Bisonte di Firenze.
Numerose attività di formazione e professionali le hanno permesso d’incontrare maestri e tecniche da molte parti del mondo, sperimentando la strumentazione tradizionale e quella più all’avanguardia. Lungo un percorso di continua scoperta, di aggiornamento e invenzione, ha imparato come la più grande ricchezza sia costituita da una rete di creativi, professionisti e innovatori che sappiano contribuire con entusiasmo e passione a un progetto. La stessa rete che oggi è in grado di proporre per le creazioni di DisGrafica.